Palazzo Aldobrandeschi, sede della Provincia di Grosseto e noto anche
come Palazzo della Provincia, è uno dei principali palazzi del centro
storico di Grosseto. La facciata principale dell'edificio, rivolta verso
ovest, si affaccia su Piazza Dante e ne delimita il lato orientale,
presso il quale vi è l'imbocco di Strada Ricasoli che, scendendo
leggermente, conduce a Piazza del Sale.
Un primo fabbricato,
costruito in epoca medievale, era collegato alla vicina rocca
aldobrandesca, presso la quale sorgeva anche una chiesa, dedicata a San
Giorgio; sia la chiesa che l'intero complesso della rocca sono scomparsi
nel corso dei secoli, lasciando posto agli attuali edifici situati tra
il lato meridionale di Piazza Dante, il Cassero del Sale e il lato
sud-occidentale delle Mura medicee. Con l'abbandono e la susseguente
demolizione della rocca, il palazzo divenne la residenza cittadina degli
Aldobrandeschi.
In epoca medievale e anche nei secoli successivi,
il preesistente palazzo aldobrandesco doveva certamente ospitare alcune
istituzioni legate alla vita cittadina dell'epoca che, una volta persa
l'indipendenza, erano sottomesse prima a Siena e successivamente al
Granducato di Toscana.
Il graduale spopolamento della città,
dovuto alle migrazioni verso le colline dell'entroterra a causa del
dilagare della malaria, portò ad un lungo periodo di decadenza, sia per
la città che per le sue sedi istituzionali. Il lento e inesorabile
degrado, protrattosi per alcuni secoli, culminò con la decisione di
abbattere e ricostruire quel che rimaneva dell'antico palazzo
aldobrandesco.
Agli esordi del 1898 cinquecento cittadini
grossetani inviano al consiglio provinciale una petizione per l'acquisto
e il ripristino dell'antico Pretorio, destinandolo a sede degli uffici
della provincia: il palazzo, dopo essere stato per lungo tempo la sede
del Podestà, ospitava all'epoca appartamenti privati e botteghe ed era
composto da quattro diversi nuclei accorpati. Dopo aver accantonato, per
la forte opposizione della popolazione, l'ipotesi di costruire la
propria sede fuori delle mura, il consiglio provinciale delibera il
progetto di nuova costruzione dell'immobile, demolendo gli edifici
preesistenti. Vengono incaricati della redazione del progetto
l'architetto Lorenzo Porciatti e l'ingegner Ciriaco Salvadori; la
commissione giudicatrice, presieduta dall'architetto Guglielmo Calderini
di Perugia, orienta la scelta verso il progetto del grossetano
Porciatti, in considerazione dei costi e dell'aspetto estetico
dell'opera.
Sulla stampa locale dell'epoca si legge:
« dal
lato decorativo verrà restituito a Grosseto il migliore dei suoi
monumenti civili, ripristinando con l'elegantissimo stile gotico senese
della facciata e dei fianchi uno di quegli edifici che l'ignoranza degli
uomini e la barbarie dei tempi deturparono. »
Il progetto
realizzato, diverso da quello sottoposto alla commissione, è
sostanzialmente rimaneggiato e modificato su "consiglio" del Calderini.
Le demolizioni sono avviate nell'autunno del 1899 e i lavori, eseguiti
dalla ditta Piero Ciabatti di Grosseto per una spesa totale di 68.408
lire, vengono iniziati il 5 aprile del 1900.
Il nuovo palazzo è ufficialmente inaugurato il 31 maggio del 1903 alla presenza delle autorità.
L'edificio
è situato nel cuore del centro storico di Grosseto, in un'area che
costituisce il centro nevralgico della città "intra moenia",
attraversato dal corso decumano dell'asse di via Carducci.
La
facciata del palazzo definisce il fronte settentrionale di Piazza Dante,
detta anche del Duomo, ed è circondata a ovest dal fianco lapideo della
cattedrale e a sud e a est dai due fronti porticati della piazza,
caratterizzati dall'accorpamento di diverse unità su tre e quattro
piani, alcune delle quali connotate dal medesimo lessico neogotico del
palazzo della Provincia.
Il lotto su cui insiste palazzo è
delimitato dai due antichi e angusti borghi di via Aldobrandesca (a
ovest) e Galilei (a est) e confina a sud con altre unità residenziali.
Il
palazzo presenta una pianta poligonale e una volumetria articolata,
sviluppata su due, tre e quattro piani fuori terra più un livello
ammezzato.
L'edificio è fortemente connotato dal carattere
neogotico, rintracciabile nell'articolazione dei volumi e esplicitato
negli elementi formali e decorativi, dell'esterno come dell'interno, e
nell'uso dei materiali, travertino e mattoni, che rimanda chiaramente
agli edifici pubblici del gotico senese.
Il fronte principale,
sulla centrale Piazza Dante, presenta un andamento articolato e
asimmetrico ed è composto da quattro diversi nuclei costituiti da due
torri (più alta quella più prossima al Duomo) intervallate da due corpi
più bassi.
Il piano terra, qualificato dal basamento in
travertino, è ritmato da una serie di aperture - un portale
archivoltato, cinque aperture finestrate e una feritoia - con arco a
sesto ribassato e ghiera archiacuta (nelle sei lunette del portale delle
aperture sono presenti altrettanti stemmi con simboli araldici).
Il
piano nobile è ricondotto a maggior simmetria grazie alla teoria di
sette finestre trifore (trilobate, con colonnine in marmo, ghiera in
mattoni e stemmi nella lunetta come per i portali sottostanti): la
centrale, in realtà una porta finestra, affaccia su un balconcino con
mensole in marmo di foggia rinascimentale e davanzale in marmo
traforato.
Il terzo piano è caratterizzato da tre bifore
(trilobate e con colonnine in marmo) e da una quadrifora in
corrispondenza della torre centrale; la torre situata all'estremità
occidentale presenta inoltre due luci quadrate, con cornice modanata in
marmo, al quarto livello.
Il fronte è concluso da una cornice a
beccatelli (con archetti in mattoni e mensole in marmo) e da un attico
merlato in mattoni e travertino, laddove i merli sono tagliati da
semplici feritoie; tale motivo qualifica gerarchicamente il fronte
principale rispetto a quelli laterali, che ne sono sprovvisti.
Sull'angolo
con la via Galileo il fronte, smussato, presenta al primo livello un
balconcino in marmo, a pianta poligonale, e una finestra con ghiera
mistilinea e la merlatura dell'attico è sostituita da un archetto su
pilastri che evoca la vela dei campanili medievali, evidente allusione
all'antico richiamo della popolazione.
Il lato occidentale, su
quattro livelli, è caratterizzato da una muratura in laterizio per i
primi tre piani, scanditi da semplici aperture archivoltate, ed è
concluso da una loggia a quattro fornici a tutto sesto inserita in un
paramento in travertino.
Il lato orientale, su due livelli, è una semplice cortina in mattoni con tre aperture arcate per piano.
Dal
portale sulla piazza si accede ad un andito, goticamente caratterizzato
grazie alle decorazioni pittoriche delle pareti e della finta volta a
crociera; la scala in pietra serena, di ispirazione scarpiana, è invece
il risultato del restauro degli anni Novanta.
Alla destra
dell'andito si accede ad un'ampia sala riunioni, completamente
riqualificata a seguito del recente restauro, e ad alcuni locali di
servizio; alla sinistra si giunge alla portineria, alla scala di
servizio e all'ascensore.
In asse con l'andito è situato il vano
scale, anch'esso medievaleggiante, con volta a crociera su mensole,
finestrone triforo e scala a tre rampe con pilastro ottagono in
travertino e balaustra a colonnette in pietra serena.
Al piano
nobile sono situati gli uffici della direzione e, in corrispondenza con
la sottostante sala conferenze, la sala del Consiglio: questa presenta
sul lato nord tre monofore archiacute, che affacciano su una chiostrina
interna, ed è caratterizzata dalla decorazione neogotica alle pareti
(opera come per il piano terra e per le lunette della facciata dei
pittori fiorentini Torrini e Vanni) e dai banchi e sedute in legno,
progettate dallo stesso Porciatti.
Il terzo piano, al quale si
accede dalla scala di servizio, riguarda soltanto due dei quattro nuclei
che compongono l'edificio ed è completamente destinato ad uffici
distribuiti attorno al centrale corridoio; il quarto piano è composto di
un unico vano (l'interno della torre occidentale) e la superficie
rimanente è destinata a terrazza praticabile, articolata su diversi
livelli e raccordata da scale.