La chiesa, dedicata a San Giovanni Battista, che si trova alla sommita
dell'abitato, risale alla seconda metà del diciottesimo secolo e fu
elevata a titolo di prepositura alla fine del diciassettesimo secolo. Si
sviluppa su pianta a croce latina terminante con abside retta
affiancata da due cappelle.La facciata con paramento murario in
travertino, silice ed arenaria, presenta il portale centrale
architravato sormontato da un arco a tutto sesto con decorazioni e un
rosone in alto; termina con un coronamento ad arcatelle con protome
ovina al centro del retto a capanna. L'interno a navata unica con
presbiterio rialzato, e coperto a capriate di legno, mentre le cappelle e
l'abside sono coperte con volte a crociera costolonate a mattoni e
inquadrate da ampi archi ogivali che si impostano su pilastri. Il
campanile adiacente al fianco destro era originariamente una torre della
cinta muraria. Accanto alla chiesa, ritrova la canonica preceduta da un
cortile, con pozzo a pianta esagonale, cui si accede da un arco a
ogiva.Questa tuttavia è stata piu volte restaurata nel corso dei secoli e
recentemente tra il 1981 e il 1986. Sulla facciata e murato uno stemma
vescovile con iscrizione. Entrando a destra si trova un'acquasantiera a
fusto datata 1586, con lo stemma di Campagnatico. In chiesa è conservato
inoltre un ciborio ligneo intagliato e dorato con sei sportellini
dipinti riferibile a minifattura senese del XVI secolo, attualmente in
restauro. Negli scomparti sono raffigurati la resurrezione dei Santi
Giovanni, Pietro e Paolo, del Salvatore e della Vergine. Nel sottarco
del coro una serie di formelle ad affresco di scuola senese del
sedicesimo secolo raffigura, a mezza figura, gli Apostoli. Nella
parrocchiale sono anche stati collocati, dopo il restauro e il distacco,
una serie di affreschi staccati provenienti dalla pieve di Santa Maria
delle Grazie.Il ciclo raffigura le storie della vergine. Sono Stati
recuperati: La nascita della Vergine; La presentazione al Tempio;
L'assunzione e l'incoronazione di Maria; I Profeti Daniele e Mosé; Lo
sposalizio della Vergine; La morte della Vergine; I busti dei Profeti.Il
restauro ha permesso di scoprire e decifrare un'iscrizione che reca la
data e la fine di questa opera eseguite nel 1393 da Cristoforo di
Bindoccio (documentato a Siena 1361-1407) e Meo di Pero (documentato a
Siena 1378-1407).Gli affreschi sono significativi per decifrare il
percorso artistico di questi due pittori che ebbero notevole peso
nell'ambiente senese del tempo. Il Linguaggio di carattere popolaresco, i
volti dai ratti marcati e grotteschi, la mimica vivace e l'evidente
caduta di qualità sono giustificate dalla data di esecuzione piuttosto
tarda, che distanza queste opere da altre di migliore qualità, come per
esempio i dipinti nell'ospedale di Santa Maria della Scale a Siena
.Patrimonio della chiesa è una pregevole Madonna col Bambino riferibile
ad un pittore duccesco riconosciuto di recente come Giudo di graziano,
ricordato nei libri di Biccherna dal 1278 al 1302. L'opera,
significativo esempio della pittura senese tra la fine del Due e gli
inizi del Trecento, documenta la fase più tarda di questo pittore
allineato ai moduli ducceschi. L'opera è attualmente in deposito